La storia di Pilone ha inizio in piena guerra mondiale: Vincenzo e Palmina Pilone gestivano una tabaccheria in Corso Francia a Torino. I continui bombardamenti li avevano costretti a lasciare i figli dai nonni materni, lontano dalla città. Decisero di trasferirsi per riunire la famiglia e vivere tutti insieme in un luogo più sicuro.
Il 9 maggio 1943 Vincenzo acquistò una cascina nella zona di Mondovì, al suo interno vi era anche una fornace risalente al 1903, in stato di abbandono e utilizzata come ricovero per le galline.
Subito dopo la guerra Vincenzo la rimise in funzione e dagli anni Cinquanta la formatura manuale aveva già lasciato il posto a una piccola mattoniera. I mattoni, rigorosamente pieni, venivano cotti in un forno Hoffmann, un anello ovale voltato di 3 metri di altezza con una ciminiera centrale di oltre 30 metri.
Negli anni Sessanta un’altra svolta: il primo essicatoio con ventole elettriche, grazie al quale la produzione giornaliera aumentò progressivamente. In quegli stessi anni Giancarlo, il figlio di Vincenzo, inizia a occuparsi dell’azienda, per poi diventarne la guida e il cuore dal 1964.
Nell’inverno tra il 1969 e il 1970 Giancarlo trasforma il forno in Hoffmann a teste tagliate.
Nei primi anni Ottanta automatizza la produzione di laterizi forati ed elementi per solaio e negli anni Novanta sostituisce i vecchi fabbricati con capannoni interamente meccanizzati in modo da ottimizzare al meglio i processi automatizzati.
Da 60 anni Giancarlo è l’anima instancabile della fornace Pilone: lo sviluppo continuo di nuovi prodotti, la ricerca di nuove soluzioni e un impianto progettato e realizzato per ottenere una straordinaria elasticità ne fanno una realtà unica in Italia, con il primato di essere ad oggi l’impianto industriale con la più vasta gamma per singola unità produttiva.